7. Etere impoverito

Le norme liberticide contenute nelle leggi attuali e il comportamento scorretto e mafioso di alcuni “vivaci” imprenditori e funzionari del Ministero delle Comunicazioni hanno condotto alla morte migliaia di radio e tv locali autenticamente “libere”, negando ai cittadini il diritto costituzionale alla libertà di espressione del pensiero. Sono ormai un lontano ricordo quelle notturne radiofoniche in compagnia della musica napoletana, ai salutini, agli auguri, alle dediche, agli strafalcioni di conduttori dall’istruzione approssimativa che tanto criticavamo, ma ai quali nel contempo davamo tanta importanza se non altro per la forza di aggregazione sociale che riuscivano a suscitare negli ascoltatori; i notiziari del piccolo Comune sperduto fra le montagne dell’Appennino Centrale, le informazioni strettamente legate al territorio, i Consigli Comunali, i dibattiti incentrati sulla necessità di dotare una piccola frazione di un altrettanto piccolo centro di provincia di una palestra o di una mensa; le trasmissioni di eventi sportivi, ricreativi, folcloristici, culturali, religiosi legati ad un territorio (non importa se solo di 2 km. di raggio). Non c’è più traccia di tutto questo. L’entusiasmo di centinaia di giovani che imparavano divertendosi a fare radio e televisione si è oggi spento, rendendo questi più poveri dentro e magari relegati ad una vita insignificante, vuota e noiosa. Tutto ciò per leggi incostituzionali che hanno letteralmente cancellato una delle più belle ed importanti esperienze che il nostro Paese possa ricordare che ha costituito un’autentica lezione di democrazia e pluralismo rivolta al mondo intero!