16 maggio 2012
INDAGINI DI ASCOLTO
A seguito della decisione da parte di Demoskopea – una seria società di indagini e rilevazioni di mercato che ha sede a Milano – di non partecipare ad un festino molto simile a quello di Audiradio già preconfezionato da alcuni furbetti che speravano di perpetuare metodi e sistemi che appartengono al passato, abbiamo sentito il suo responsabile il quale ha preso atto della posizione della nostra associazione i cui associati sono spesso rimasti vittime dell’inattendibile organizzazione parassitaria precedente.
La posizione del Conna – nota da anni a tutti gli operatori del settore – è di totale disistima dell’Agcom che ha accuratamente evitato di applicare la legge n.49/97 che ricordiamo ancora una volta, stabilisce che l’Autorità “cura le rilevazioni degli indici di ascolto e di diffusione dei diversi mezzi di comunicazione…” .
Abituati a non limitarci alle critiche ma anche a suggerire possibili soluzioni, avevamo individuato l’Istituto nazionale di statistica quale ente in grado di svolgere l’attività di rilevamento. L’Agcom, nelle sue contorsioni per salvare Audiradio, prese contatto con l’Istat ma solo per impostare una maldestra operazione di supporto e di copertura dello stato esistente rivelatasi inutile.
Il riepilogo della annosa questione che investe anche la chiacchieratissima Auditel, presa acriticamente a modello per inerzia mentale dall’intero settore televisivo – comprese le reti Telecom La7 a nostra opinione profondamente danneggiate – non può che riaffermare brevemente ciò che più volte abbiamo detto e scritto:
1) è quanto meno risibile che una impresa privata di rilevamento sia pagata dai… rilevati: ciò spalanca la porta a losche operazioni di chi ha interesse a figurare in posizione preminente rispetto ad altri;
2) l’Agcom incamera annualmente somme ragguardevoli di denaro che non sempre è chiaro come viene speso se non con l’assunzione di personale affatto indispensabile, ebbene, anche non volendo valersi dell’Istat, potrebbe essere scelto con regolare concorso un istituto di rilevamento con un prestigio storico alle spalle, pagato dalla stessa Agcom, con il concorso dei concessionari di pubblicità: i veri interessati dall’andamento del mercato in funzione delle loro inserzioni.